E dopo il peperoncino… qual è il nostro argomento di oggi?
Quale se non il salame piccante più conosciuto della Calabria, la ‘nduja!
Come la maggior parte dei cibi riscoperti ai giorni nostri, la ‘nduja ha origini povere ed è un metodo nato per recuperare gli scarti delle carni di maiale, milza, stomaco, intestino, trachea, cuore, esofago, faringe, grasso… lo so non sembra attraente ma vi assicuro che lo è! (Oggi comunque per la produzione sono usate le parti migliori del maiale, impastate con sale e peperoncino.)
E proprio dall’origine povera nasce il nome ‘nduja, dal termine francese “andouille” che indica una salsiccia fatta con parti povere. La nascita della ‘nduja è ancora da accertare, qualcuno pensa che sia stata introdotta dagli spagnoli insieme al peperoncino, altri, visto il nome francese, credono sia stata importata nel periodo napoleonico da Gioacchino Murat, vicerè di Napoli e cognato di Napoleone, che distribuì gratuitamente un salame simile alla ‘nduja per accattivarsi le simpatie dei Lazzari partenopei.
Il paese di origine è Spilinga, a pochi km dal nostro Villaggio, ma la ‘nduja viene prodotta con successo in tutta la provincia di Vibo Valentia, dove c’è un maiale… ci sarà della ‘nduja!
Preparata con le parti grasse del maiale, con abbondante peperoncino piccante calabrese e sale, è quindi insaccata nel budello naturale, successivamente affumicata e stagionata per alcuni mesi.
Come mangiarla?
Ottima per condire la pasta, la pizza, favolosa sulle fette di pane abbrustolite sulla griglia! E se per il vostro palato è troppo piccante, mescolatela con la ricotta che ammorbidirà il piccante e renderà il salume ancora più cremoso e facilmente spalmabile...
Scusate ma ora devo proprio andare… mi è venuta l’acquolina in bocca!!!
Helen
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